La ciliegina sulla torta per un territorio che è diventato la discarica della Sicilia Occidentale Non c’è due senza tre, si dice. Porto – Stazioni di conversione Terna – Termovalorizzatore.
Il detto vale anche per le “grandi opere” che si stanno imponendo nel termitano e che stanno compromettendo definitivamente le prospettive di sviluppo sostenibile di questo territorio, che erano state sancite ormai quindici anni fa con il Piano Strategico della città.
Dopo la beffa del porto commerciale dentro la città al posto del porto turistico, dopo la devastazione di C.da Caracoli per la realizzazione delle stazioni di conversione del Tyrrhenian Link di Terna, ecco la nuova “grande opera”: l’area industriale di Termini Imerese è candidata come probabile sito per ospitare il termovalorizzatore della Sicilia occidentale.
Si tratta al momento solo di una indiscrezione di stampa, ma pare molto plausibile. Una norma regionale approvata a luglio, infatti, impedisce (giustamente) di localizzare impianti di trattamento rifiuti in prossimità dei centri abitati (localizzabili oltre i 3 km di distanza dal limite dei centri abitati). Rimangono, dunque, poche aree idonee, tra cui le aree industriali.
Facciamo una breve riflessione sulle “grandi opere” termitane.
Prima il porto commerciale, con il nuovo terminal container disposto dal DPSS, che entrerà in funzione già dal prossimo anno, e la conseguente cancellazione del progetto del nuovo porto turistico davanti al centro storico, previsto dal PRP del 2004; porto che, nel frattempo, è diventato già operativo nel trasporto dei rifiuti, con l’esportazione delle ecoballe, proprio dal molo trapezoidale e che potrebbe diventare la base per l’esportazione dei rifiuti fuori Sicilia, alla prima emergenza discariche che si presenterà.
Poi la vicenda Terna, che decide di non insediarsi nella zona industriale, né nei terreni liberi della centrale Enel (asserendo che non c’era spazio a sufficienza), devastando di conseguenza C.da Caracoli con l’estirpazione di 1600 ulivi secolari.
L’area industriale, nel frattempo, mentre assistiamo all’ennesima proroga dell’avviso per l’acquisizione di Blutec (ormai una triste telenovela che sposta sempre avanti la c.d. “reindustrializzazione” del sito), è nei fatti già diventata una grande piattaforma di trattamento dei rifiuti e percolato. L’ultimo stabilimento appena inaugurato promette di trattare tutta la plastica della Sicilia, altro che dimensionamento sulla base degli SSR!
Ora arriva la notizia che il termovalorizzatore potrebbe essere realizzato proprio dentro l’area industriale. Per ora è solo una indiscrezione, ma da tempo si vociferava…
Tralasciamo di entrare nel merito dei pro e contro il termovalorizzatore, ognuno potrà farsi la sua opinione, ma già alcune riflessioni possiamo avanzarle, almeno sulle ricadute negative di un tale intervento nel nostro territorio, l’ennesima “grande opera”.
Se Terna non ha trovato due anni fa 60.000 mq dentro l’immensa area industriale, li troverà invece domani la Regione per localizzarci un termovalorizzatore? Se non c’era spazio per Terna, non dovrebbe essercene neanche ora, per un termovalorizzatore…che di spazio ne ha bisogno eccome, soprattutto se dovrà bruciare il residuo dei rifiuti di tutta la Sicilia occidentale.
Volendo essere maliziosi… lo spostamento di Terna dalla zona industriale in C.da Caracoli (dove la stessa Terna diceva di non volersi insediare nel primo studio di fattibilità, in quanto zona residenziale) consentirà ora di localizzare in area industriale, invece, il termovalorizzatore?
Naturalmente al momento sono solo congetture, aspettiamo tutti di saperne di più.
Una cosa è certa: ormai il nostro territorio è concepito come la PATTUMIERA della Sicilia, dove allocare tutto ciò che non è gradito altrove (container, TIR, rifiuti…).
L’inquinamento da noi non pare essere tenuto in grande considerazione.
Non più di due mesi fa, questo Comitato ha chiesto formalmente ad ARPA, all’Autorità Portuale e al Comune i dati sull’inquinamento atmosferico in area portuale. Nessuno si è degnato di risponderci, come se il problema non esistesse.
Non esiste l’inquinamento atmosferico delle navi in piena città? Non esiste l’inquinamento del mare, già denunciato qualche anno fa da una inchiesta giornalistica, che probabilmente era riconducibile a sversamenti in mare provenienti dalla zona industriale?
Esisterà una soglia limite di sopportazione dell’inquinamento anche per questo territorio, oppure siamo zona franca?
Quanto il termovalorizzatore, assieme all’incremento del traffico portuale in città, aggraverà la situazione dell’inquinamento attuale? Verrà effettuata una valutazione complessiva sul carico inquinante che grava su questo territorio?
Su tutto questo i cittadini meriterebbero risposte precise, non colpevole silenzio.
In tutta questa vicenda l’attuale amministrazione comunale ha grandi responsabilità, per aver avallato le scellerate scelte sul porto, per l’accondiscendenza su Terna per l’intervento in C,da Caracoli, per un pugno di milioni di euro promessi per le c.d. “compensazioni”, come per tutte le operazioni che stanno trasformando l’area industriale in una enorme piattaforma di trattamento rifiuti. Ha la responsabilità del silenzio sull’inquinamento atmosferico generato dal porto.
Il disegno sembra avere una sua logica: in area industriale il trattamento dei rifiuti, al porto l’esportazione/importazione dei rifiuti, secondo le necessità, il termovalorizzatore per recuperare energia dalla frazione residua. Termini Imerese: il distretto dei rifiuti.
Tutto sempre sulla testa dei termitani… Noi, anche questa volta, ci opporremo a queste scelte che stanno compromettendo il futuro di questo territorio.